Le zone dove si vive più di 100 anni - (viaggiaresenzaconfini.it)
Dallo stile di vita sano all’alimentazione, passando per la coesione sociale e l’ambiente incontaminato: cosa rende speciali le zone blu
Vivere oltre i 100 anni in buona salute è un sogno condiviso da molti, ma per alcuni questo desiderio diventa realtà grazie a condizioni di vita uniche. Sono le cosiddette zone blu, territori nel mondo dove la longevità e la qualità della vita superano di gran lunga la media globale. Questi luoghi, studiati per la prima volta dagli epidemiologi Gianni Pes e Michel Poulain e successivamente approfonditi da Dan Buettner con il sostegno della National Geographic Society, rappresentano un modello di vita sano e sostenibile.
Il nome “zone blu” deriva proprio dalla colorazione azzurra utilizzata dagli studiosi per identificare sulla mappa le aree a più alta longevità. Oggi, sono cinque le zone blu riconosciute a livello internazionale, accomunate da uno stile di vita basato su una forte coesione sociale, tradizioni antiche, un’alimentazione equilibrata e un certo grado di isolamento geografico che preserva usanze e ritmi di vita lenti e naturali.
Tra queste spicca una regione italiana: l’Ogliastra in Sardegna, famosa per il suo alto numero di centenari, in particolare tra gli uomini. L’Ogliastra, nell’entroterra sardo della provincia di Nuoro, è la prima zona blu mai individuata. La longevità in Ogliastra è attribuita a una combinazione di fattori genetici, altitudine e soprattutto a un regime alimentare povero di grassi saturi e ricco di proteine vegetali e animali di qualità. La dieta locale privilegia fagioli, pane integrale, verdure fresche, frutta e un pecorino sardo ricco di Omega-3, mentre il consumo di carne rossa è molto limitato.
Sull’altro lato del mondo, l’isola di Okinawa è la più estesa dell’arcipelago Ryukyu e vanta una delle aspettative di vita più elevate al mondo, con oltre il 20% della popolazione centenaria. Qui il clima subtropicale favorisce una vita all’aria aperta e un’alimentazione ricca di tofu, pesce, frutta e verdure. La carne di maiale, tipica della cucina locale, viene bollita per ridurre il contenuto di grassi, contribuendo a un ridotto tasso di malattie cardiovascolari (inferiore dell’80% rispetto agli Stati Uniti) e cancro (40% in meno).
La penisola di Nikoya, al confine con il Nicaragua, è una delle zone blu dove la longevità è favorita da una visione ottimistica della vita e da uno stile sociale molto attivo. Gli abitanti mantengono rapporti familiari e sociali stretti e seguono una dieta tradizionale a base di mais, zucca e fagioli, consumano pasti presto e godono di un clima che permette un’abbondante produzione di vitamina D, essenziale per il benessere generale.
L’isola di Ikaria, nel Mar Egeo, con i suoi 8.500 abitanti, è famosa per la longevità legata a uno stile di vita lento e tradizionale. Qui si segue una dieta mediterranea arricchita da tisane a base di erbe aromatiche locali e latte di capra, preferito a quello vaccino. La salute è favorita anche da un rigoroso rispetto del riposo pomeridiano, che aiuta a prevenire lo stress e le malattie croniche. La forte coesione familiare e la vita all’aperto completano questo quadro di longevità.
L’ultima zona blu si trova negli Stati Uniti, a Loma Linda in California. Qui la comunità della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, di circa 9.000 membri, segue uno stile di vita vegetariano, praticando regolarmente attività fisica. La città, situata tra mare, montagna e deserto, è stata per anni un polo di ricerca sulla salute e il benessere. La fede, l’alimentazione naturale e l’impegno per un’esistenza sana sono alla base della longevità degli abitanti.