
Alla scoperta del paese fantasma - (viaggiaresenzaconfini.it)
Un fenomeno più unico che raro nel mondo. Questo paese italiano è molto più di un “semplice” borgo fantasma
Una testimonianza di come, talvolta, il passato possa riemergere con tutta la sua potenza, offrendo uno spunto di riflessione sulla nostra relazione con la storia e con i luoghi che abbiamo dimenticato. Mentre il paese resta sommerso, la sua memoria vive nei cuori e nelle menti di coloro che continuano a cercare, in questi luoghi silenziosi e misteriosi, una parte della nostra identità collettiva.
Le vecchie case in pietra, il campanile della Chiesa di San Teodoro e la piazza centrale tornano alla luce, creando un’atmosfera unica e suggestiva. Quando il paese riemerge, è come se il tempo si fermasse, e l’intero borgo diventa un’opera d’arte che racconta la storia di un’Italia che non c’è più.
Il paese fantasma
In Italia, si contano più di 5000 borghi fantasma, piccole località che un tempo erano centri di vita e commercio, ma che sono stati progressivamente abbandonati a causa di calamità naturali, fenomeni migratori e spopolamento. Ognuno di questi paesi racconta una storia unica di un passato che non c’è più, ma che resiste nel ricordo collettivo e nelle rovine che ogni tanto tornano alla luce. Un esempio emblematico di questa Italia dimenticata è Fabbriche di Careggine, un piccolo e suggestivo borgo medievale situato nella provincia di Lucca, che si trova sommerso dalle acque del Lago di Vagli, ma che, ogni dieci anni, riemerge per rivelare le sue tracce di un passato antico.

Fabbriche di Careggine era un villaggio che nel 1947 contava poco più di 140 abitanti. Il paese, che si trovava a pochi chilometri da Vagli Sotto, era famoso per la sua tradizione di fabbri ferrai. Tuttavia, la sua storia ha preso una piega drammatica quando la società Selt-Valdarno, che oggi corrisponde all’Enel, decise di costruire una diga sul Torrente Edron per realizzare un bacino idroelettrico. Questo progetto, che prevedeva la creazione del Lago di Vagli, portò con sé la distruzione del piccolo villaggio. La diga, alta 92 metri e in grado di contenere 32 milioni di metri cubi d’acqua, sommerse Fabbriche di Careggine e altri borghi vicini, costringendo i suoi abitanti a trasferirsi a Vagli Sotto. Così, una delle località più affascinanti della zona venne inghiottita dalle acque, lasciando dietro di sé solo il ricordo e i resti di un’antica comunità.
Questo fenomeno ha attirato l’interesse di turisti, fotografi e appassionati di storia, che ogni volta cercano di immortalare la bellezza e il mistero di un luogo che sembra uscire direttamente da una fiaba. La prima volta che Fabbriche di Careggine riemerse fu nel 1958, ma non fu un caso isolato. Nel corso dei decenni, il paese è riapparso altre volte, nel 1974, nel 1983 e nel 1994. Ogni volta che le acque del lago si abbassano, il paesaggio che emerge è diverso, ma sempre affascinante. Le case di pietra, pur essendo state sommerse per decenni, sono ancora visibili, e il campanile della chiesa di San Teodoro si erge orgoglioso, testimone silenzioso di un’epoca passata.
Il fenomeno di Fabbriche di Careggine ha anche un’importante valenza storica e culturale. Il paese rappresenta uno degli esempi più tangibili di come l’Italia stia perdendo i suoi piccoli borghi, molti dei quali sono abbandonati a causa della migrazione verso le città e dell’evoluzione delle tecnologie. Il paese sommerso diventa, così, un simbolo di un’Italia che si sta lentamente spopolando, ma che, ogni tanto, riemerge per raccontare una storia di radici e tradizioni che rischiano di essere dimenticate.