
Si trova in Italia quella che è considerata come la spiaggia più brutta d'Europa - Viaggiaresenzaconfini.it
Italia terra di primati anche negativi: si trova infatti nel nostro Paese la spiaggia più brutta d’Europa.
Nel panorama delle località balneari europee, Ostia si è recentemente trovata al centro di un acceso dibattito dopo essere stata inserita nella classifica delle spiagge meno attraenti del continente.
La notizia, rilanciata dal quotidiano britannico The Telegraph lo scorso 13 gennaio, ha suscitato reazioni contrastanti e acceso un confronto sulla reale condizione del litorale romano.
Ostia tra le spiagge meno apprezzate d’Europa secondo The Telegraph
Secondo la prestigiosa testata inglese, Ostia occupa il secondo posto nella lista delle località balneari più brutte d’Europa, subito dopo il Principato di Monaco, e prima di mete come Ploče in Croazia e Kemer in Turchia. La motivazione alla base di questo giudizio piuttosto severo è duplice: da un lato la qualità dell’acqua, definita “da evitare” da parte del giornalista Tim Jepson, che ha raccontato la sua esperienza personale risalente a molti anni fa; dall’altro, l’impatto ambientale e urbanistico del litorale, caratterizzato da una lunga fila di edifici moderni e dalla carenza di aree verdi.
L’aspetto descritto è quello di una costa in cui la naturale bellezza è stata compromessa dalla cementificazione e dallo sviluppo edilizio, con conseguente perdita del fascino storico e paesaggistico che in passato contraddistingueva Ostia. Il reportage di Jepson sottolinea come, nonostante la sabbia accettabile, la qualità del mare e l’ambiente circostante non invitino più i visitatori a frequentare quella che un tempo era una delle mete balneari più apprezzate del Lazio. Il giudizio espresso dal The Telegraph ha scatenato una pronta reazione da parte delle autorità locali.
Il presidente del Municipio X di Roma Capitale, Mario Falconi, ha utilizzato i social per difendere l’immagine di Ostia: «Difendiamo Ostia, il nostro mare, la nostra identità! Le rilevazioni di ARPA e le autorizzazioni regionali certificano da tre anni consecutivi la salubrità del nostro mare come eccellente». Falconi ha inoltre ricordato l’importanza dell’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno, un’oasi di biodiversità riconosciuta e tutelata dal Ministero dell’Ambiente dal 2000, sottolineando che tali elementi rappresentano un patrimonio naturale unico e prezioso.

Il presidente del Municipio ha infine criticato le classifiche “sensazionalistiche” e i titoli “acchiappalike”, che a suo avviso distorcono la realtà e non rispecchiano la vivibilità e la bellezza del territorio, ricco anche di importanti siti archeologici come il Parco e il Borgo di Ostia Antica, meta di turisti da tutto il mondo. Una delle criticità più evidenti di Ostia è rappresentata dal cosiddetto “lungomuro“, un termine coniato da associazioni ambientaliste per descrivere la lunga fascia di cemento che ha sostituito le coste naturali, limitando l’accesso al mare e compromettendo la vista panoramica. Questa situazione ha alimentato il malcontento e le critiche verso la gestione urbanistica della zona.
Tuttavia, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha recentemente annunciato un progetto ambizioso che prevede la scomparsa del lungomuro entro il 2026, con l’obiettivo di restituire alla città un litorale più fruibile e valorizzato, migliorando così l’esperienza dei residenti e dei turisti. Questa promessa apre uno spiraglio positivo verso un futuro in cui Ostia potrebbe riscattarsi dalla poco lusinghiera posizione nella classifica europea e riconquistare il suo ruolo di località balneare di qualità.
Le nuove politiche di riqualificazione ambientale e urbanistica, unite ai continui monitoraggi sulla qualità delle acque, potrebbero quindi modificare radicalmente il volto di Ostia, favorendo un rilancio che ne esalti le potenzialità naturalistiche e culturali.