Antartide (Viaggiaresenzaconfini.it)
Gli scienziati russi perforano il ghiaccio dell’Antartide e raggiungono il misterioso Lago Vostok, dove nel 1983 fu registrata la temperatura più bassa mai rilevata sulla Terra.
Nel cuore dell’Antartide orientale, la stazione Vostok si presenta come un avamposto estremo della scienza. Appartenente alla Federazione Russa ma collocata nel territorio antartico australiano, la base affronta ogni giorno condizioni proibitive. Le temperature restano costantemente ben al di sotto dello zero e le attività si svolgono con una media termica di circa -40 gradi.
Il sito ospita anche una delle meraviglie geologiche del continente: il lago Vostok. Si tratta di un bacino subglaciale sepolto sotto oltre 4 chilometri di ghiaccio, che grazie alla pressione e all’isolamento termico rimane in forma liquida nonostante la temperatura dell’acqua si aggiri attorno ai -3 gradi Celsius. Questo lago è tra i più estesi mai individuati sotto la calotta antartica, e per decenni ha alimentato le ipotesi di ecosistemi isolati da milioni di anni.
L’accesso diretto al lago Vostok è stato reso possibile solo recentemente, dopo un lavoro durato oltre quattro decenni. I ricercatori russi sono riusciti a penetrare nella coltre ghiacciata utilizzando una trivella speciale dal diametro di 13 centimetri. Una volta raggiunta la superficie del lago, la pressione dell’acqua ha fatto risalire il liquido all’interno di un campionatore verticale alto circa un metro.
Questo primo contatto diretto rappresenta un momento cruciale per la scienza, poiché si tratta di uno dei rari casi in cui è stato esplorato uno dei più di 200 laghi subglaciali nascosti sotto il ghiaccio antartico. L’interesse verso questa riserva idrica è giustificato dalla sua natura anomala e isolata, che la rende un laboratorio naturale per lo studio di forme di vita primitive o sconosciute.
Nel 2013, un’analisi preliminare dei campioni ha portato alla scoperta di batteri mai identificati prima, suggerendo che l’ecosistema del lago potrebbe custodire microrganismi evolutisi in condizioni estreme. Attualmente, il team russo sta progettando l’invio di un robot esploratore per prelevare campioni d’acqua e sedimenti direttamente dal fondo del bacino.
Anche nell’emisfero settentrionale esistono luoghi dove il clima sfida le capacità di adattamento umano. È il caso di Eureka, una piccola comunità situata sull’Isola di Ellesmere, nel Canada settentrionale. Qui sorge una delle stazioni meteorologiche permanenti più a nord del pianeta, che funziona anche come insediamento abitato. Nonostante la latitudine estrema, il sito è attivo tutto l’anno.
La temperatura media annuale si aggira sui -20 gradi Celsius, ma in inverno si possono raggiungere punte molto più rigide. Il complesso è dotato anche di un aeroporto e di una base militare, nota come Pearl. Durante la stagione fredda, la popolazione residente si riduce drasticamente a circa 15 persone, mentre nei mesi estivi può salire fino a 200 individui, perlopiù personale tecnico e scientifico.
Eureka dimostra come, anche in condizioni climatiche estreme, sia possibile mantenere una presenza umana stabile per finalità di ricerca e controllo ambientale. Il sito fornisce dati preziosi sulle dinamiche atmosferiche dell’Artico e contribuisce allo studio del riscaldamento globale, rappresentando un altro punto chiave nella mappa delle località più inospitali ma scientificamente strategiche del pianeta.