Alla scoperta dei tesori della bellissima Valpolicella
Situata nel Nord Italia, precisamente nella regione Veneto, la zona della Valpolicella che si estende per 240km, è ricca di cultura ed enogastronomia.
La Valpolicella è composta da otto comuni: Sant’Anna d’Alfaedo, Dolcè, Marano di Valpolicella, Negrar di Valpolicella, Fumane, Sant’Ambrogio di Valpolicella, San Pietro in Cariano e Pescantina.
Sant’Anna D’Alfaedo
Il termine “Alfaedo” sembra derivare dal latino fagetum che significa faggeto, per la passata presenza di vastissimi boschi di faggio in tutta questa zona; che si si estende interamente nella zona dell’alta Valpolicella, sovrastata e delimitata verso Nord dall’imponente mole del Corno D’Aquilio.
Dolcè
Posto nella vallata dell’Adige e nella parte più occidentale della Valpolicella, tra il fiume Adige e l’altopiano della Lessinia. Fin dall’antico passato questo paese è sempre stato considerato un punto strategico perché era il primo paese italiano che si incontrava sulla via che dal Brennero portava a Verona.
Marano di Valpolicella
Adagiato sulle colline della Valpolicella, tra viti e ciliegi, il nome Marano deriva dal latino “Marianum” che significa terreno di proprietà di un Marius. Anche qui come a Sant’Ambrogio, sono state rinvenute notevoli documentazioni archeologiche dell’epoca preistorica, tra cui il “Castelon”, che risale all’età del Bronzo. In questa zona si possono ammirare ancora le più belle ville signorili, ben conservate hanno mantenuto lo splendore di un tempo: Villa Porta-Rizzini a Canzago e Villa Guantieri a Fasanara. Nella storia, Marano fu anche sotto il dominio dei Francesi e poi degli Austriaci; solo dal 1866 entra a far parte del Regno d’Italia insieme a tutti gli altri Comuni della Valpolicella.
Negrar di Valpolicella
Il nome Negrar deriva dal latino Nigrariu “luogo con terra nera”. Anche qui ci sono testimonianze della presenza dell’uomo fin dal periodo preistorico, precisamente l’età del bronzo e del rame. Oltre a questo aspetto archeologico, Negrar diede i natali a diverse personalità illustri: Giangiacomo Pigari, umanista, noto per “Privilegia et iura Vallis pulicellae”; Antonio Sona e Giovan Battista Sona, celebri organari; Giovanni Quintarelli, poligrafo, storico e letterato; Luigi Messedaglia, scienziato, politico e letterato; e infine Emilio Salgari, celebre romanziere.
Fumane
Si trova al centro della Valpolicella incastonato nella valle dei Progni nella parte occidentale dell’altopiano Lessinia. Questo paese vanta una vasta offerta di luoghi di interesse naturalistico, come il Parco delle Cascate di Molina, il Museo botanico, ma anche il Monte Pastello, il Monte Crocetta e Pastelletto con panorami stupendi e la Valle dei Progni.
Altro fiore all’occhiello di questa zona sono le chiese e le ville; su tutte la bellissima Villa Della Torre.
Sant’Ambrogio di Valpolicella
Questo paese è ricco di testimonianze preistoriche che risalgono per lo più all’età del Bronzo e del Ferro. Il luogo più caratteristico per queste testimonianza è San Giorgio di Valpolicella. Oggi Sant’Ambrogio, assieme alla vicina Domegliara, è un centro rinomato in tutto il mondo per l’industria delle lavorazioni di marmo.
San Pietro in Cariano
Il nome “Cariano” deriva dal latino Carillianus “terreno di proprietà di Carillius”. Qui le più antiche tracce della presenza dell’uomo risalgono al Neolitico con il caratteristico villaggio di Archi di Castelrotto che ne è una testimonianza riportata ai giorni nostri.
In tutta questa zona vi è una ricca testimonianza della dominazione veneziana che moltiplicò l’edificazione di ville signorili: Villa Serego a S. Sofia di Pedemonte, Villa Fumanelli a S. Floriano, Villa Saibante Monga e Villa Pullè-Galtarossa a S.Pietro in Cariano e Villa Giona-Fagioli a Cengia.
Pescantina
Il suo nome deriva da pescante,”luogo che pesca nell’acqua” e va a testimoniare il forte legame che unisce questo paese al fiume. A differenza dei sopracitati paesi, qui a Pescandina mancano testimonianze dell’era preistorica ma sono comunque numerose quelle dell’epoca romana.
Infatti in età romana, Pescantina, molto probabilmente, faceva parte del pagus degli Arusnates, come testimoniano i numerosi ritrovamenti legati a quel periodo: cippi funebri, are e il coperchio di un sarcofago.
Dopo diversi anni di predonimio, alla fine del 1700 con l’arrivo delle truppe napoleoniche che portarono distruzione per tutto un ventennio, inziò un lungo declino che si accentuò con l’inaugurazione della strada ferrata tra Verona e Trento. Ai giorni nostri, Pescantina si afferma per la coltivazione del pesco, che tuttora rappresenta un valore notevole per l’attività economica del territorio.
(Immagine di copertina di Fotokalde da Pixabay)