DIARIO DI VIAGGIO IN SUDAFRICA – GIORNO 2

Diario di viaggio

Diario di viaggio – Sudafrica giorno 2

Appuntamento alle 8.15 con Nic, la nostra guida di MoAfrikaTours che ci accompagnerà in un bellissimo tour nelle origini del Sudafrica, Soweto.

Ci viene a prendere al nostro hotel e via subito in direzione di Sandton; la parte nuova di Johannebsurg con il suo grattacielo più alto dello stato, 230 metri. 

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Mentre attraversiamo la città, salta all’occhio come un pugno nel petto i contrasti, da un lato le case e gli alberghi dei bianchi recintate da filo spinato con la scritta “armed response; surveillance 24/24” e dall’altro le piccole abitazioni, spesso anche in lamiera, dove vive la popolazione povera in prevalenza nera. 

Qui a Sandton prendiamo gli altri componenti del tour di oggi, in totale siamo 11 tra cui 2 italiani, 4 spagnoli, 2 brasiliani, 1 finlandese, 1 danese e 2 cinesi, un bel melting pot. 

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La prima fermata è allo stadio in cui è stata giocata la prima partita e la finale dei mondiali del 2010, con i suoi quasi 100.000 spettatori è uno tra i più grandi stadi al mondo. Si trova esattamente tra Joburg e Soweto, nascosto da una collina a ridosso della township che segna esattamente la divisione con quest’ultima. 

Arriva la seconda tappa, quella più toccante: il museo Hector Pieterson a Soweto; il cui nome è stato dedicato al giovanissimo 12enne morto durante la protesta studentesca nel giugno del 1976 con uno sparo alla testa. 

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Nel memoriale all’esterno è possibile vedere una grande foto che mostra il corpo del giovane Hector in braccio al fratello maggiore disperato e alla sorellina. Pochi giorni dopo la rivolta, l’immagine del bambino assassinato ha raggiunto tutto il mondo e il governo sudafricano ha subito notevoli pressioni.

Il Sasm, il movimento studentesco definiva l’educazione Bantu come una popolazione che avvelena. Infatti il governo spendeva per l’educazione di un bambino bianco 644, ma solamente 42 per un bambino nero. La seconda generazione degli studenti cresciuta a Soweto ha fatto emergere una nuova cultura che ha trovato espressione nell’arte e nello stile personale. Mano mano gli studenti diventarono la voce del popolo.

Nel frattempo il governo utilizzò i media per placare lo spirito della popolazione, negli anni 70 ben 18 pubblicazioni furono bandite. La polizia continuava ad arrestare studenti e non era nemmeno tenuta a dichiarare chi arrestava.

Il leader del movimento biku mori in prigione. Lasciamo questo museo bellissimo ma una frase riecheggia nella mia memoria “una sola vita può cambiare la società”, Hector infatti divenne il simbolo della lotta per la giustizia e l’uguaglianza.

La prossima tappa è la casa di Mandela dove ha vissuto con la prima e la seconda moglie. Dal 1962 al 1990 però non ha potuto abitarci a causa della prigionia presso Robben Island a Città del Capo. Nella sua abitazione potrete vedere come viveva e il suo ruolo di leader nella lotta alla discriminazione razziale.

Anche la moglie Winnie è stata arrestata più volte ma ha continuato a vivere nella sua abitazione insieme alla figlia. La missione della casa/museo di Mandela è quella di dare una esperienza importante e piena di significato a tutti i visitatori sulla vita e la storia di colui che ha lottato per i diritti dei neri promuovendo democrazia, reciproco rispetto e tolleranza tra la popolazione del Sudafrica. 

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Nel diario di viaggio in Sudafrica non poteva mancare a Soweto le torri Orlando, in precedenza facevano parte di una centrale elettrica  inquinante dismessa per l’evoluzione ecologica arrivata fin qui, divenute oggi attrazione turistica. Dalla cima è possibile effettuare il bungee jumping più alto dello stato. 

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Infine, emotivamente forte è stata la visita di una township in cui è stato possibile osservare la quotidianità. Nic ci ha fatto vedere come vivono quotidianamente gli africani all’interno delle immense e popolose township.

È ora di tornare in hotel, ci aspettano 400km in direzione Hazyview dove dormiremo nel bellissimo campeggio Africamps. 

La strada è lunga, ma le condizioni ottimale delle strade rendono il viaggio piacevole. È tutto un passare di campi e coltivazioni che si alternano con macchie di foresta in pieno stile paese nordico europeo.

Quasi a 3/4 di viaggio inizia a calare il sole, alle 18.30 è già buio pesto.

L’arrivo in campeggio con il buio e il cielo stellato è qualcosa di meraviglioso, ci godiamo il momento e la pace di questo angolo di paradiso immerso completamente nel verde in fondo ad una valle.

Diario di viaggio in Sudafrica 2 finisce qua, a domani!

 

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