
Giappone, arriva il primo hotel gestito completamente da robot - Viaggiaresenzaconfini.it / Credits: Instagram @Bipi.id
Esiste un hotel gestito solo da robot: tutti i servizi e in comfort di alto livello, oggi è una meta ambita dai vip.
Nel cuore del Giappone si trova una struttura alberghiera fuori dal comune: l’hotel gestito interamente da robot.
Nato con l’obiettivo di rivoluzionare il settore dell’ospitalità, questo progetto ha catturato l’attenzione di viaggiatori e vip di tutto il mondo, diventando una meta ambita per chi cerca un’esperienza futuristica e innovativa.
L’hotel robotico di Nagasaki e Tokyo: un primato mondiale
Il primo hotel Henn-na è stato inaugurato a Nagasaki e ha subito conquistato un posto nel Guinness dei primati come il primo al mondo con uno staff composto da androidi. Da allora la catena si è espansa, arrivando a contare otto strutture, tutte dislocate in Giappone, tra cui quella di Tokyo, famosa per i suoi concierge-dinosauri multilingue, in grado di accogliere gli ospiti in giapponese, cinese, inglese e coreano. Questi robot si occupano non solo del check-in, ma anche della consegna bagagli e del servizio in camera, offrendo un’esperienza sorprendente e all’avanguardia.
Il progetto è nato in un contesto sociale particolare, con il Giappone alle prese con un significativo calo delle nascite e una popolazione sempre più anziana, che ha portato a una carenza di manodopera. L’impiego di robot sembrava quindi una soluzione ideale per colmare questa lacuna. Nonostante l’entusiasmo iniziale, l’adozione massiccia di robot ha rivelato diverse criticità. Al lancio, lo staff robotico contava circa ottanta unità, poi salite a 243, ma molte di queste si sono dimostrate poco efficienti.
Un esempio emblematico è Churi, un robot a forma di uovo incaricato di accendere luci e dispositivi nelle camere, che si attivava con il rumore del russare degli ospiti, ripetendo spesso frasi del tipo “scusa, non ho capito, puoi ripetere?”. Il Wall Street Journal ha riportato altri problemi, come i robot facchini capaci di raggiungere solo 24 stanze su 100, o il concierge robot che non riusciva a fornire informazioni essenziali su voli e attrazioni locali. Un caso emblematico riguarda Atsushi Nishiguchi, ospite nel 2017, che voleva disattivare Churi chiamando la reception, scoprendo però che l’unica assistente in grado di gestire il telefono era proprio il robot stesso. Alla fine, Nishiguchi ha dovuto usare il suo cellulare per parlare con una persona reale.

Queste difficoltà hanno evidenziato come, anziché sostituire il personale umano, i robot abbiano generato la necessità di un supporto umano massiccio per risolvere guasti e problemi tecnici. Nonostante le difficoltà, la catena alberghiera Henn-na ha deciso di mantenere i robot come attrazione turistica, rivedendo però la sua strategia tecnologica. La chiave innovativa ora si sposta verso soluzioni più sostenibili e pratiche, come l’utilizzo di pannelli solari per coprire l’intero fabbisogno energetico degli hotel e l’implementazione di un sistema di riconoscimento facciale per l’accesso alle camere, che garantisce sicurezza e comodità senza richiedere il supporto umano costante.
Hideo Sawada, presidente della compagnia proprietaria degli hotel Henn-na — il cui nome in giapponese significa “strano” — ha dichiarato al Wall Street Journal di non aver abbandonato l’idea di un hotel completamente automatizzato. Tuttavia, ha ammesso che molte mansioni nel settore alberghiero restano prerogativa esclusiva delle persone, sottolineando come l’uso dei robot debba essere calibrato in modo da non risultare fastidioso o inefficace. L’esperienza degli hotel Henn-na rappresenta un importante banco di prova per il futuro dell’ospitalità robotizzata, che potrebbe evolversi integrando sempre più tecnologie sostenibili e sistemi di intelligenza artificiale più sofisticati, senza però rinunciare al valore insostituibile dell’accoglienza umana.