Chechi: “Il salto di Bonicelli non era un rischio, va accettata la fatalità”
L’intero mondo della ginnastica italiana è ancora scosso dall’incidente occorso a Lorenzo Bonicelli, giovane talento degli anelli, durante il concorso a squadre alle Universiadi di Essen, in Germania. L’atleta di 23 anni, originario di Abbadia Lariana (Lecco), è stato vittima di una caduta che lo ha portato a un delicato intervento chirurgico al collo ed è tuttora ricoverato in terapia intensiva, in coma farmacologico. A commentare la vicenda è stato Jury Chechi, leggenda vivente della ginnastica artistica italiana, che ha voluto esprimere solidarietà e riflessioni sull’incidente.
Jury Chechi, noto come il “Signore degli Anelli” per la sua straordinaria carriera culminata con l’oro olimpico ad Atlanta 1996 e undici titoli mondiali, ha raccontato a caldo le emozioni dopo aver appreso della caduta di Bonicelli: «La notte scorsa ho dormito pochissimo, i pensieri sono riaffiorati con forza». Chechi ha immediatamente contattato il consigliere federale Paolo Principi per avere aggiornamenti sul giovane ginnasta e ha espresso vicinanza alla famiglia di Bonicelli.
L’ex campione ha ricordato anche un episodio personale molto doloroso: «Ho vissuto una situazione simile con Federico Chiarugi, un ginnasta che ha subito un grave incidente durante un allenamento, rimanendo paralizzato e scomparso nel 2008. Anche se sono passati molti anni, sono ancora profondamente toccato da queste vicende». Chechi ha sottolineato come, a differenza di quel caso, Bonicelli abbia mantenuto la sensibilità agli arti superiori, un segnale incoraggiante per il recupero.
Interpellato sul salto che ha causato l’incidente, Chechi ha voluto chiarire che non si è trattato di un azzardo ma di una scelta tecnica ponderata: «Se Bonicelli ha presentato un triplo salto in uscita dagli anelli durante una gara importante come le Universiadi, significa che era in grado di farlo». Il campione ha spiegato come il nuovo codice di punteggio attribuisca un grande valore alle uscite, spingendo gli atleti a tentare manovre sempre più complesse per accumulare punti.
«Non so se ci sia stato un errore tecnico», ha aggiunto Chechi, «ma dobbiamo accettare che in uno sport così tecnico e rischioso esista anche la componente della fatalità». Ha poi evidenziato come la ginnastica, pur essendo praticata con la speranza di ottenere un riconoscimento economico, non ha mai avuto il guadagno come priorità: «Atleti come me, Bonicelli e tanti altri fanno questo sport principalmente per passione. Se poi arrivano i risultati, è un valore aggiunto». Infine, Chechi ha espresso il desiderio che Lorenzo possa continuare la sua carriera: «Altrimenti sarebbe davvero un’ingiustizia».
Il giovane ginnasta, membro della società Ghislanzoni Gal, è uno degli emergenti della ginnastica artistica italiana. Studente di Economia all’Università Mercatorum, ha debuttato a livello internazionale nel 2017 e si è distinto con il bronzo di squadra ai Mondiali giovanili di Gyor nel 2019. Dopo la pausa causata dalla pandemia, Bonicelli è tornato a livelli elevati, partecipando ai Mondiali di Anversa nel 2023, dove ha assistito alla qualificazione della squadra azzurra per le Olimpiadi di Parigi 2024. Considerato un prospetto per i Giochi Olimpici di Los Angeles 2028, non ha preso parte agli Europei di Lipsia nel giugno scorso, ma era certamente una promessa per il futuro della nazionale.
L’incidente è avvenuto durante la terza rotazione del concorso a squadre alle Universiadi di Essen, quando Bonicelli è uscito male dagli anelli, riportando una frattura vertebrale con coinvolgimento del midollo spinale. Subito soccorso dallo staff medico tedesco e dai sanitari di FISU e CUSI, è stato trasferito al Policlinico universitario locale. La Federazione Ginnastica d’Italia ha annunciato il ritiro della squadra dalla competizione per il forte impatto emotivo sull’intero team.
Gli ultimi aggiornamenti ufficiali indicano che Bonicelli è stato risvegliato dal coma farmacologico e ha dato segnali positivi; le sue condizioni sono stazionarie ma necessita ancora di monitoraggio. Il console di Colonia ha riferito che, dopo la sospensione temporanea del coma indotto per valutare danni neurologici, non sono emersi danni irreparabili, anche se permane un edema che necessita di tempo per riassorbirsi.
Jury Chechi, nato a Prato nel 1969, è stato protagonista assoluto della ginnastica artistica mondiale negli anni Novanta. La sua carriera è segnata da una serie di successi leggendari: sei titoli italiani consecutivi, cinque ori mondiali di fila nella specialità degli anelli, medaglie olimpiche e un soprannome che ancora oggi evoca la sua supremazia. Dopo il ritiro nel 2004, Chechi ha continuato a essere una figura di riferimento, aprendo un’accademia di ginnastica calisthenics e partecipando a trasmissioni televisive come opinionista e conduttore.
La sua vicinanza al mondo della ginnastica è rimasta profonda, anche senza incarichi ufficiali nella Federazione. La sua esperienza personale e il suo amore per lo sport lo rendono una voce autorevole nelle riflessioni sull’incidente di Bonicelli e sulle sfide che gli atleti affrontano in discipline ad alto rischio.
L’incidente di Lorenzo Bonicelli ha riacceso un dibattito importante sulla sicurezza e sui rischi della ginnastica artistica, oltre a mettere in luce la perseveranza e la passione di chi, come Chechi, ha dedicato la vita a questo sport.